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 Storia campagna

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MessaggioTitolo: Storia campagna   Storia campagna Icon_minitimeSab Nov 01, 2008 6:36 pm

Al calare della sera tutto sembrava tranquillo nell’umile cittadina di Torris: i contadini ritornavano alle loro case, gli artigiani si affrettavano a chiudere bottega, i commercianti riponevano le loro merci e, come ogni sera, tutti si ritrovavano nella solita locanda. Un giovane dagli splendenti capelli biondi e con un sorrisetto spavaldo e radioso varcò la soglia della Pedina Selvaggia. Sedutosi al bancone, il giovane prende la parola: “Oste, portami il miglior rum che le tue dispense possano offrire”. “Subito ragazzo, arriva” - rispose l’uomo al bancone con un sorriso ospitale sul volto rubicondo e pieno. “Ah, e un'altra cosa …” - riprese il forestiero - “Sai dirmi se per caso in città ci sia qualche lavoretto da svolgere, ovviamente degnamente retribuito?”. “Mah …” - sbuffò soprapensiero l’uomo. “L’unica cosa che mi viene in mente è che il barone della città ha bisogno di una compagnia di avventurieri e che è disposto a pagare una cifra discretamente cospicua a quanto ho sentito, ma dettagli più precisi li trovi nella bacheca degli incarichi” - rispose l’oste. “Ah no, aspetta, l’annuncio del lavoro per il barone lo sta consultando quel tizio laggiù” - riprese indicando un individuo incappucciato seduto al tavolo in fondo. “Grazie mille buon uomo” - e sorridendo, il giovane si alzò dirigendosi dal misterioso personaggio. “Salve amico mio, sembra che abbiamo un obbiettivo in comune noi due” - esclamò cordiale il biondo. Alzando leggermente il volto coperto dal cappuccio tirato sopra gli occhi, l’uomo scrutò il suo interlocutore con aria circospetta: “Chi siete?” - chiese infine.
Sorridendo come di consueto il giovane rispose: “Non credo che sia il luogo e il momento adatto per parlare della mia identità, ma immagino che se accetti il mio prezioso contributo avremo modo di conoscerci durante la missione”. Sorridendo lievemente da sotto il cappuccio, l’individuo concluse: “Si può fare”. “Perfetto allora” - decretò gaiamente il giovane. “Oste, porta due bei boccali di quello splendido rum di prima per me e il mio nuovo socio!”. “Io non bevo rum” – lo interruppe l’incappucciato. “Come? Birra?Vino? Quello che vuoi amico mio …” - disse stupefatto il giovane dalla chioma lucente. “Non bevo alcolici …” - dichiarò il misterioso individuo, mentre si risiedeva al tavolo. “Oh …” - esclamò il biondo. “Oste confermo! Due boccali di rum per festeggiare la nostra collaborazione!”.
Avvicinatosi trotterellando al tavolo dei due, l’oste propose: “Ah, ragazzo …” - rivolgendosi al giovane dai capelli d’oro. “Dato che siete in due, perché non partecipate al torneo a coppie che ci sarà domani mattina qui in città?”. “Spiegati meglio” - chiese interessato l’uomo incappucciato. “Mah, cosa vuoi che ti dica, è un torneo cittadino nel quale si affrontano in combattimento squadre di due partecipanti” - rispose l’oste. “E si dà il caso che noi siamo in due, non è vero amico mio?” - intervenne allegramente il biondo. “E poi sarà l’occasione giusta per far parlare un po’ di noi” - concluse poi. Riflettendo un attimo l’incappucciato, alla fine, commentò: “Mah … Sì, potrebbe essere divertente …”. “Esatto!” - esclamò euforico il giovanotto. “Non c’è che dire tu ed io andiamo proprio d’accordo mio caro …” - si interruppe interdetto. “Temo di non aver afferrato il nome …”. Rispose infine: “Mi chiamo Abdul”.
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MessaggioTitolo: Re: Storia campagna   Storia campagna Icon_minitimeSab Nov 01, 2008 7:05 pm

Alle prime luci dell’alba, assorto nella consueta meditazione, il giovane non riusciva a togliersi dalla mente il ragazzo allegro e scanzonato che la sera precedente lo aveva convinto a collaborare con lui. Certo, l’idea di formare un gruppo di avventurieri lo allettava non poco, ma, d’altronde, come poteva fidarsi di qualcuno che non aveva neanche rivelato la sua identità? Forse era meglio andare ad approfondire sin da subito la conoscenza del suo nuovo ed espansivo compagno di squadra. Così, riscuotendosi, si coprì il volto con il cappuccio e si avviò verso il piano inferiore. “Salute socio” - lo salutò cordialmente il ragazzo della sera precedente appena lo vide. “Fatti buoni sogni?”. Ignorando la domanda del suo nuovo alleato, Abdul decise di andare subito al dunque: “Senti, non sono solito collaborare con altre persone, specialmente se non mi dicono nemmeno chi siano …”. “Se proprio insisti, beh, allora seguimi di sopra” - rispose questi e senza attendere risposta si diresse verso la sua camera fischiettando. Una volta dentro, lontano da orecchie indiscrete, il giovane spavaldo passò alle presentazioni: “Quest’uomo ha il privilegio di essere Vaan Rangingwave!” - disse riferendosi a se stesso. “Ma perlopiù sono conosciuto come La Volpe di Mare. Immagino avrai sentito parlare di me …”. “Mai sentito …” - rispose secco Abdul. “Perché dovrei?”. “Bé ...” ribadì in tono spensierato il dichiarato lupo di mare. “Non so dove tu abbia trascorso le tue giornate fino a questo momento, ma non vi è luogo in Mizzar in cui non si sentano cantare le leggendarie gesta del pirata gentiluomo, Vaan, la Volpe di Mare.” - concluse teatralmente e con il petto gonfio d’orgoglio il giovane dai capelli biondi. Detto ciò si alzò e fece per uscire. Fermatosi sulla soglia, chiese al suo nuovo compagno: “Se non ci sono altre informazioni che ti premono avere dal sottoscritto, che ne dici di levare le tue onorevoli natiche dal mio letto e cominciare ad avviarci verso il luogo del torneo?” - concluse ridendo.
Rimuginando sulle varie informazioni che aveva appena avuto sul suo compagno, Abdul lo osservò per qualche istante, dopodiché, decidendo di riporre momentaneamente la sua fiducia in quel giovane dalla lingua sciolta, decretò: “Andiamo”.
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MessaggioTitolo: Re: Storia campagna   Storia campagna Icon_minitimeSab Nov 01, 2008 7:05 pm

Poco distante da un piccolo villaggetto di periferia, due occhi freddi e impassibili scrutavano il paesaggio circostante, disgustati dal ciò che vedevano … Territori pieni di verde, natura incontaminata, creature che vivevano libere nel loro ambiente naturale e continui tumulti politici per dare il potere al popolo … “Pura follia” - pensava Alderok, ma ciò non importava. Per il suo signore avrebbe fatto di tutto e avrebbe portato a compimento la propria missione a qualunque costo; ma prima doveva trovare degli alleati … O meglio, scovare delle insignificanti creature organiche da sfruttare per i suoi scopi, fino a quando non sarebbero più stati di alcuna utilità.
Il buio lo colse impreparato e questi, disorientato da quello strano fenomeno sconosciuto ai suoi occhi, lo costrinse a dirigersi nel più vicino centro abitato. Varcate le porte della città sentì varie grida di giubilo provenire da quella che risultò essere poco più di una catapecchia … “La pedina selvaggia” sembrava chiamarsi: quale nome migliore per un luogo di incontro per creature ottuse e rozze come quelle che sembravano popolare quel piano!
“Oste, ma quanto ci metti? Non è bene far aspettare dei campioni assetati!” - proferì allegramente una voce squillante, quasi infantile, da dentro la locanda. “Ti ricordo che non abbiamo ancora vinto il torneo …” fece notare di rimando un’altra voce, più pacata e controllata.
Facendo il suo ingresso nell’edificio, Alderok poté notare che la fonte dello schiamazzo proveniva da un avvenente e divertito giovane dai folti capelli biondi e quello che doveva essere il suo compagno seduti in un tavolo, un individuo dal volto interamente oscurato dal cappuccio, silenzioso al suo fianco.
“Suvvia amico mio, non avremmo ancora vinto la finale, ma dubito che in questa cittadina possa esserci qualcuno alla nostra altezza” - disse sicuro il ragazzo biondo, alzatosi per svuotare il suo traboccante boccale di birra. “Sarà …” - rispose poco convinto l’altro uomo, che ora, poteva ben notare Alderok, lo stava osservando di sottecchi, probabilmente incuriosito.
Evidentemente il suo signore l’aveva graziato: questi due individui sembravano essere le persone di cui aveva bisogno … Ingenui, raggirabili come ogni altro essere umano … Con la sola differenza che parevano intendersene di combattimenti.
“Scusatemi signori …” - disse educatamente avvicinandosi a loro. “Potrei rubarvi qualche minuto del vostro tempo per conferire con voi in privato?”.
“Scusami robottino, ho altro da fare …” - rispose distrattamente il biondo, intento a osservare gli aggraziati lineamenti di due affascinanti dame che ridevano al bancone, ricambiando i suoi sorrisetti.
Il forgiato represse a stento la rabbia che cominciava a traboccare da dentro di lui … Come osava quel ripugnante, insignificante, essere di carne e ossa, cosi sicuro e pieno di se per aver conquistato un piccolo successo nella sua squallida esistenza, ignorarlo cosi spudoratamente; ma Alderok sapeva bene di doversi controllare. Pertanto, mantenendo un tono calmo e cordiale, riprese: “Credo invece di avere argomenti che potrebbero interessarti, se mi concedi di illustrarteli …”. Ma il ragazzo biondo non sembrava intenzionato a dare peso alle sue parole e, alzandosi trionfante, si diresse al bancone, ridendo con le due fanciulle. “Di che si tratta?” - chiese invece il tipo incappucciato che, rimasto seduto al suo posto, aveva ascoltato in silenzio la proposta del forgiato. “Non credo convenga parlarne qui … Convinci il tuo compagno a seguirmi in un luogo più tranquillo e v’illustrerò di cosa voglio parlarvi” - rispose soddisfatto Alderok.
“Cosi sia …” - dopodiché, alzandosi dal tavolo, Abdul si diresse verso il suo compagno che stava già dirigendosi al piano superiore con una ragazza per braccio. “Vaan non credi convenga ascoltare cosa abbia da dirci quel forgiato???”
Un sopracciglio si arricciò: “Sì sì, certo certo, magari più tardi eh, amico mio …” - concluse in maniera sbrigativa il pirata. “Forse più tardi sarà già un lasso troppo ampio per prendere in considerazione le eventuali offerte che vuole farci …”.
“Bé …” - rispose malizioso Vaan. “In tal caso potrà mettersi le sue proposte in quel suo metallico didietro … Perché dovrebbe interessarmi?!” - e ridendo con le due ragazze, continuò a dirigersi verso i loro alloggi. Scuotendo la testa, il monaco prese il bavero della camicia del suo compare trascinandolo senza troppi complimenti verso il piano inferiore, tra i commenti di dissenso di questi.
“Bene, siamo pronti ad ascoltarti …” - sentenziò il monaco, lasciando la presa suo compagno che ora, sbuffando, si era messo anche lui ad ascoltare. Alderok, che aveva aspettato pazientemente i due fino a quel momento, concluse: “D’accordo seguitemi …”.
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MessaggioTitolo: Re: Storia campagna   Storia campagna Icon_minitimeSab Nov 01, 2008 7:06 pm

Salendo le scale verso la camera di Abdul, Vaan non poteva fare a meno di credere che tutto quello fosse solo una perdita di tempo: Dannazione, questa volta addirittura due contemporaneamente … E poi arriva una testa di latta a rovinarmi tutto il lavoro, maledizione , rimuginava il giovane pirata ripensando alle due attraenti ragazze che gli stavano promettendo una nottata movimentata ed intensa; cosi, sbuffando e lamentandosi, segui i due attraverso il corridoio.
Dopo essere entrati, Vaan si gettò apertamente nel letto del proprio compare e guardando imbronciato il forgiato che si era sistemato immobile al centro della stanza, gli disse: “Vediamo di sbrigarci, può darsi che la mia serata non sia del tutto rovinata …”.
“Naturalmente, non ho intenzione di rubare a me o a voi più dello stretto necessario. Dunque …” - si interruppe come per prendere fiato. “Quello che voglio da voi è un alleanza, nulla di più … Siete degli avventurieri, giusto? Bene, intendo dunque unirmi a voi e dare il mio contributo …”. “Questa è bella!” - si intromise Vaan. “Da quando i forgiati hanno la passione per l’avventura? Che io sappia siete solo dei cani da guardia che non superano mai il recinto dettatovi dal vostro padrone e, comunque sia, non siete mai particolarmente utili!”.
Lo sguardo del forgiato s’indurì d’un tratto, come se fosse stato colpito nell’orgoglio, ma nonostante l’offesa ricevuta mantenne saldamente il controllo in una resistenza quasi eroica: “Quello che dici è vero solo in parte … Non tutti i forgiati devono sottomettersi a degli squall …” - si interruppe per non dire qualcosa di compromettente. “Perdonami, a degli umani … Molti di noi viaggiano in lungo e in largo per tutto il multi verso e molti sono particolarmente abili non nel combattimento ravvicinato, bensì nel sfruttare le conoscenze arcane acquisite nel corso dei loro studi speciali …”. “E immagino tu appartenga a questa categoria …” - aggiunse Abdul. “Infatti …” confermò Alderok, con una punta di orgoglio che traspariva dalla sua voce macchinosa.
“E perché mai un forgiato che viaggia per il multi verso dovrebbe offrire il suo aiuto proprio a noi?” - chiese circospetto il monaco. Mostrando un sorriso che nonostante la sua natura artificiale risultava malizioso e persuasivo, il mago rispose: “Come vi ho già detto pocanzi, mi sono rivolto a voi perché sembrate abili combattenti e si da il caso che sia un settore in cui io sia piuttosto carente …”.
Nemmeno Vaan era convinto dalle parole del forgiato. Sicuramente era un altro il motivo che l’aveva spinto a voler collaborare con loro … Forse era uno dei nuovi giocattoli del governo? Forse il suo unico scopo era di sbatterlo in cella e stava solo recitando la parte del forgiato voglioso di avventura per avvicinarsi a lui senza dare nell’occhio … Non vi era modo di saperlo con certezza, ma comunque sia, anche in quella circostanza, unendo le forze con Abdul, sarebbero riusciti a sopraffarlo senza troppe difficoltà. “Benvenuto tra noi allora …” - finì il pirata, lanciando però un’occhiata d’intesa ad Abdul, che la ricambiò, evidentemente sospettoso quanto lui. “Concedici, però, di parlarne un attimo a quattr’occhi io e il mio compagno …”. “Come desiderate. Se avete bisogno di me mi troverete al piano di sotto …”. Dopodiché, congedandosi dai suoi nuovi compagni, il forgiato uscì dalla stanza.
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MessaggioTitolo: Re: Storia campagna   Storia campagna Icon_minitimeSab Nov 01, 2008 7:06 pm

“Che ne pensi?” - gli chiese Vaan, appena il forgiato si fu allontanato. “Penso che dobbiamo tenerlo d’occhio, c’è senz’altro sotto qualcosa …” - concordò Abdul.
“Secondo me qui sotto c’è puzza di Marina …” - ipotizzò il pirata, ma Abdul non lo sapeva … Non sapeva né quali fossero gli abituali interessi che alimentavano un forgiato né quali erano i mezzi con cui la Marina Militare rintracciava i propri ricercati. “Per quanto ne so io, potrebbe anche essere.” - ammise infine. “Ora che ci penso …” - riprese Vaan. “Dobbiamo ancora parlare col barone per quanto riguarda l’incarico che era nella bacheca. Forse il forgiato potrebbe anche tornarci utile e in tutti i casi avremo modo di sperimentare la sua fedeltà …”. “Sono d’accordo” - convenne il monaco, alzandosi dalla sedia in cui si era adagiato. “Andiamo a informare il nostro nuovo alleato della nostra decisione” - e con passo deciso uscì dalla stanza, seguito dal suo compagno.
Scendendo le umide scale della locanda, i due videro, attraverso una finestra, il forgiato che attendeva completamente immobile fuori dall’edificio, con l’attenzione rivolta verso un punto fisso inesistente. “D’accordo uomo di latta, sei dei nostri, ma c’è un dubbio che mi assilla …” - disse Vaan rivolto al mago. “Chiamatemi Alderok Vektro” lo anticipò questi freddamente. “Direi che questo risponde alla mia domanda … In questo caso posso finalmente continuare quello che stavo facendo prima di intrattenere l’interessante conversazione con lor signori. A domani!” - concluse scanzonato e sorridendo come era suo modo fare il giovane incamminandosi fischiettando rientrando.
Rimasti soli Abdul e Alderok, si scrutarono circospetti per qualche istante e fu il forgiato a rompere quel gravoso silenzio: “E tu devi porgermi qualche domanda?”. “In effetti, no, però …” - cominciò il monaco - “credo sia giusto informarti che domani io e il mio compagno dovremmo terminare la fase finale del torneo cittadino, dopodiché ci recheremo dal Barone di questo villaggio per svolgere un incarico”. “Per quanto mi riguarda, non è assolutamente un problema, terminate pure la vostra competizione … E, per quanto riguarda la missione, sarò disposto a dare il mio contributo”. “D’accordo, a domani …” - e senza proferir altre parole, l’uomo incappucciato rientrò nella locanda, assorto nei suoi crescenti dubbi.
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MessaggioTitolo: Re: Storia campagna   Storia campagna Icon_minitimeSab Nov 01, 2008 7:06 pm

L’aurora giunse calda e luminosa la mattina della finale.
Fischiettando, mentre lucidava scrupolosamente la propria fedele e insolita arma, il pirata attendeva serenamente al piano inferiore della locanda il suo compare. Quando questi fece il suo ingresso all’interno della stanza, la mano rapida di Vaan raggiunse, quasi distrattamente, una mela che aveva preparato in precedenza per l’amico: “Tieni, dovrebbe bastare come colazione mattutina, bisogna stare leggeri prima di fare attività fisica, caro il mio monaco.” - gli disse, sorridendo, dopo avergliela lanciata. Ringraziandolo con un cenno del capo, Abdul uscì dalla locanda gustando il frutto regalatogli.
Raggiunto lo spiazzo che faceva da sede al torneo locale, gremito di folla per l’occasione, i due giovani si trovarono di fronte i loro due avversari … Essi sembravano l’esatto corrispettivo di Vaan e Abdul.
Alto, avvenente, dal sorrisetto allegro e spensierato, lo spadaccino, facendosi strada tra il pubblico adorante, non esitava a porgere lusinghe alle belle dame presenti che ricambiavano sognanti. I ricci capelli corvini, scompigliati dalla leggera brezza mattutina, facevano da corona a un viso luminoso e dai lineamenti aristocratici, il tutto condito con appariscenti abiti ricamati con merletti in ogni dove. Il compagno, dal canto suo, non poteva essere più simile ad Abdul: vestiti semplici e dimessi, cappuccio che non lasciava intravedere nulla del volto, con le mani incrociate sotto le maniche; sarebbe stato anche troppo facilmente confondibile col monaco avversario fatta eccezione per la sua ridotta statura, che non raggiungeva nemmeno un metro. Nonostante ciò entrambi gli elementi della squadra avevano dimostrato eccelse qualità combattive: l’uomo con i suoi rapidi e mirati affondi della sua lama sottile, l’altro, nonostante la statura, aveva dimostrato di avere forza e agilità assolutamente fuori dal comune. “Salve Raphael, ti vedo in forma smagliante” - proferì con la solita carica d’ingenua allegria il pirata riferendosi all’elegante spadaccino. “Buon giorno a te, mio degno avversario … Spero che tu sia pronto all’umiliazione che sto per infliggerti” - rispose, scherzosamente, questi. “Sempre spiritoso … Spero allora che non dovrai rimangiarti questa tua affermazione quando avrò finito con te!” - e dando una pacca sulla spalla al suo interlocutore, il pirata salì sul palco sopraelevato destinato ai combattimenti, seguito da Abdul che con un fugace saluto si rivolse agli avversari.
“Signore e signori, siamo qui per assistere a una delle finali più belle della storia del nostro torneo!!! E’ davvero sorprendente!!! Non ho mai visto nella mia carriera combattenti più determinati e dotati; ma adesso, senza ulteriori indugi, passiamo a presentare i concorrenti. Da questo lato, una coppia che ha saputo dimostrare la vera forza del gioco di squadra: Gli Indifferenti!” - annunciò il commentatore dello scontro, riferendosi a Vaan e Abdul, seguito dal delirio degli spettatori che, tra acclami di euforia e dubbiosi commenti sul nome del team, coprivano la squillante voce del cronista
“Dall’altro lato, vediamo gli sfidanti, la coppia che ha suscitato più scalpore, diversissimi tra loro, ma sicuramente all’altezza degli avversari, più o meno … I combattenti più spettacolari di tutto il torneo: Gli Acrobati!”. Altra ovazione della folla e grida di approvazione mentre i duellanti si studiavano prima di colpire … Raphael, anticipando gli avversari, scattò verso il suo sfidante prescelto, Vaan Rangingwave.
Le difese del pirata furono annientate come castelli di carta che cercano di resistere al vento e la lama del nemico penetrò a fondo nella sua carne. Ancor prima che il suo avversario se ne rendesse conto Vaan passò al contrattacco, estraendo con una velocità disarmante la sua pesante arma da fuoco e puntando alla gamba del nemico sparò un colpo …
Parando magistralmente il colpo avversario, Abdul, sollevando rapidamente la gamba, con un gesto fluido, mirò alla testa del suo minuto nemico, ma il suo colpo trovò solo il vuoto. Piroettando di lato, il piccolo membro degli Acrobati era riuscito a trovare un punto scoperto nella difesa nemica sfruttando quel vantaggio al meglio delle proprie possibilità. Ringhiando per il dolore, Raphael si gettò ancora una volta in una repentina offensiva al suo avversario che questa volta non si lasciò cogliere impreparato.
Mentre il combattimento infuriava, qualcosa mutò nell’animo di Abdul. Dopo l’ennesimo colpo andato a segno dell’avversario, l’umano decise di dare fondo a tutte le sue risorse. Con uno scatto fulmineo il monaco, finalmente, assestò un colpo ascendente al suo nemico che mugugnò dal dolore mentre un sorrisetto maligno aleggiava tutto d’un tratto sul volto di Abdul.
Attirato dall’improvvisa risata agghiacciante del compagno, Vaan notò che il piccolo monaco avversario era preso nella morsa dell’uomo che gli assestava furiosi pugni allo stomaco senza alcun segno di pietà o sportività e, afferrandolo per il bavero del saio lo scaraventò a terra.
“Che ti succede piccolo verme? Non sai fare niente di meglio? Sono cosi disgustato dalla tua debolezza …” - ringhiò Abdul, rivolgendosi con una voce sprezzante e feroce che sembrava non appartenergli. “Che ti prende Abdul???” - chiese sorpreso e d’un tratto serio Vaan, evitando nel frattempo un altro colpo del suo avversario, anch’esso distratto dal mutamento del monaco. “Che mi prende …” - rispose retorico Abdul, mentre assestava un calcio nello stomaco del suo piccolo nemico; nei suoi occhi, Vaan vide chiaramente che brillava una nuova luce lugubre e sinistra. Quegli occhi che erano sempre stati profondi e misteriosi, ma comunque sereni, adesso si mostravano annebbiati da una collera senza nome che sembrava essersi impossessata di lui. Il minuto combattente, gettato a terra dalla furia di Abdul, si rialzò mentre questi si stava rivolgendo a Vaan, e, senza esitare, tentò di colpirlo con un montante che, però, venne fermato però a mezz’aria dalla mano del monaco nemico: “Adesso mi colpisci alle spalle eh? E dove è finito il tuo senso dell’onore …” - lo schernì Abdul. Mentre lo diceva il cappuccio del nemico scivolò dietro il suo piccolo cranio, rivelando la creatura che vi nascondeva dietro …
Comparve un muso da roditore e i suoi occhietti, abituati all’oscurità del cappuccio, si serrarono di scatto, esposti alla luce del sole … Una risata sprezzante sovrastò il vociare del pubblico sgorgando dalla gola di Abdul: “Un topo?! Il mio avversario è un topo …” - constatò disgustato questi per poi scaraventarlo a terra. “Striscia ratto cencioso, striscia nella tua stessa debolezza e nel tuo fetore e preparati alla fine che attende ogni quelli come te”. “Ehi monaco …” - lo richiamò qualcuno. “Penso di avere qualcosa da ridire al riguardo se mi permetti”. Era l’inconfondibile voce di Raphael.
Il suo slanciato corpo era già partito alla carica e Abdul era pronto a ricevere qualsiasi attacco che questi avrebbe potuto sferrare. La sottile lama parti precisa verso il petto del monaco, ma Abdul sapeva bene come evitarla e si spostò rapidamente di lato. Poi ... Il buio …
“Abdul?! Ehi Abdul? Credo si sta riprendendo …” - disse una voce gioviale ma evidentemente preoccupata … Vaan, senza ombra di dubbio. “Bene …” . disse secco ma poco convincente qualcun altro che Abdul riconobbe in Raphael.
Riscuotendosi dalla stato catatonico in cui era misteriosamente piombato, il monaco si guardò intorno disorientato chiedendo infine al proprio compagno cosa fosse accaduto “Che tempismo …” fu la sarcastica risposta di questi “stavo giusto per farti la stessa domanda” “Dobbiamo parlare …” si intromise serioso Raphael.
Visibilmente sorpreso dalla richiesta di questi, rispose “Riguardo a cosa?”
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